Dell'originalità e della Comprensibilità

da Lo Scaffale:


Leggere un post, che tratta i concetti di autenticità e comprensibilità applicati al blog, mi ha portato a compiere alcune riflessioni:L’autenticità, come ho scritto in un commento allo stesso post, ritengo sia destinata a restare un flatus voci: buona parte dei blog racconta, più o meno intimamente, della stessa persona che scrive. Chiedere, in questi casi, autenticità, sarebbe pretendere ciò che, da Kant in poi, ci si è sforzati di dimostrare come impossibile: dare un’esatta rappresentazione del fenomeno (rappresentazione), per definizione diverso dall’essenza (e dunque non descrivibile autenticamente). La persona che guarda se stessa fu descritta, infatti, come “uomo con un buco al posto della testa", ad indicare l’impossibilità di vedere il proprio capo in maniera immediata (per esempio, senza servirsi di uno specchio). Lo stesso meccanismo si verifica nella rappresentazione scritta di un evento, ancor più allorquando, in un blog, si tenti di descrivere la propria interiorità: questo processo non può affrancarsi da una serie di condizionamenti, che inevitabilmente intervengono (le categorie in base alle quali ragioniamo, le convenzioni etc., non ultimo lo stesso strumento linguistico).
In base a questi presupposti, il concetto di “autenticità” mi sembra stridere, accanto ai meccanismi che sono propri della scrittura: si potrebbe, al più, discutere dei diversi gradi di non-autenticità.
Per quanto riguarda, inveca, il concetto di comprensibilità, la riterrei un requisito della sola editoria che si prefigge di informare o divulgare.
Nella blogosfera, sempre che non si abbia a che fare con incapacità linguistiche, il concetto di comprensibilità (quanto di più lontano da un dato assoluto) può servire all’orientamento nella sovrappopolata rete delle reti: chi scrive lo fa avendo in mente un uditorio in grado (o risoluto) a comprendere, mentre chi legge accorda le preferenze in base al grado di affinità con l’autore. Alcune categorie, è inevitabile, sfuggono a questa mano invisibile dell’editoria sul web: da una parte gli autori che, in nome della corsa agli accessi, si impongono forme e contenuti quanto più “trasversali"; dall’altra coloro i quali, dietro un’estetica elaborata, ai limiti dell’ermetico, puro autocompiacimento formale, cercano di nascondere una severa pochezza di contenuti.

2 commenti:

  1. Mi fa sempre piacere se qualcuno cita un mio post fra le proprie pagine, lo prendo come un attestato di stima, o comunque come la dimostrazione che, quantomeno, ho offerto uno spunto di riflessione.
    In questo caso, però, sarebbe opportuna almeno un'introduzione che accompagni la citazione, per indicare la fonte del testo.
    Il link alla fine non fa gran luce sulla paternità del pezzo...
    Ciao, Carlo.

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  2. Spero che così vada meglio ... sorry

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