Leggevo Vecna e sono rimasto molto colpito dalla spietata freddezza con cui si rivolge al panorama underground, con un pizzico di veleno per quello italiano.
Amarezza che non posso non condividere.
Mi permetto di tradurre (in forma libera) parte dell'articolo The Underground Myth apparso su Phrack issues 65
Questa è un'affermazione su quello che è il destino dell'underground moderno.
Non ci sarà nessuna nostalgia, nessun melodramma, niente "retorica blackhat" o "sovranalisi whitehat" accompagnatori tipici di articoli come questo.
Fin dai primi '60 c'è stata una continuità nell'hacking. Dai phreacker agli hacker, persone andavano e venivano con un'esplosione di attività con vari ascendenti di natura geografica.
Tuttavia seppur tale scena sembrava continuamente ridefinire se stessa, secondo la marea e i flussi della tecnologia, ha sempre mantenuto una linea con il passato con la stessa tradizione, cultura e spirito di sempre
Negli ultimi tempi questa connessione è stata completamente spezzata.
Ha veramente poco senso ora scrivere di quello che l'underground è stato, lascio il compito agli storici. Ha ancor meno senso scrivere sul cosa si dovrebbe fare per riavere "le cose com'erano", lasciamo il compito ai sognatori e agli idealisti.
Invece vorrei mettere sul tavolo alcune fredde e dure realtà di come stanno le cose ora e, più importante, di quello che ci aspetta.
Questa è la storia di come l'underground è morto ... segue
Se posso dire come la penso, secondo me l'hacking è una forma d'arte a tutti gli effetti.
RispondiEliminaE come tutte le forme d'arte, negli ultimi tempi ci siamo trovati di fronte alla commercializzazione di tutto anche delle opere artistiche ovviamente in funzione del dio denaro.
Se una volta si scriveva un'exploit per la gioia di vedersi pubblicare su Bugtraq, oggi lo si scrive col solo scopo di piazzarlo al miglior offerente, o trarne grossi profitti sul mercato nero.
In fondo è anche vero che fare hacking (inteso come ricerca) significa essere border line, avere tenacia, pazienza .... e sopratutto TEMPO.
In un'ottica PRODUCI, CONSUMA, CREPA che ormai sono le regole delle moderne società, rimane difficile fare quel che si fa (qualsiasi cosa sia) solo per la gloria.
Arriva il bivio : continuo a "smanettare" per il piacere puro di smanettare e di conoscere, o mi recluto "esperto di sicurezza" magari andando a configurare un firewall o ad installare SNORT per qualche azienda, che però a fine mese produce un certo benessere economico.
Dipende dalle ambizioni e ovviamente dai sacrifici che si è in grado di sopportare.
Indubbiamente la "poesia" ermetica racchiusa in un hack non è più presa in considerazione se non dai pochi appassionati che gli dedicano corpo e anima.
Tutto ha un prezzo ... e anche gli hacker se ne sono accorti.
Era meglio .... quando era meglio !!