Assange è la persona del decennio


Un'analisi ragionata sugli avvenimenti che hanno visto coinvolte le più alte menti della diplomazia mondiale nel tentativo, forse vano, di ricucire uno strappo creato dalle stesse mani che tessono i rapporti internazionali tra nazioni.

Un "agenzia stampa internazionale" così viene definita wikileaks ed ad onor del vero è la definizione che meglio si avvicina a quanto operato da Assange e dalla "sua" truppa:

"Julian Assange ha dimostrato una volta per tutte che Internet, piattaforma globale di distribuzione di informazioni digitalizzate è un potente strumento di riallocazione del potere decisionale"

Come non concordare ...
Perché Assange è la persona del decennio [analisi]
Negli ultimi dieci anni, l’uomo WikiLeaks è stata la persona più influente di Internet secondo i lettori di Wired.it. Perché incarna l’etica hacker delle origini: consentire a chiunque l’accesso all’informazione

Arturo Di Corinto
per Wired

Julian Assange è un Robin Hood del nostro tempo, invece dei denari rubati ai ricchi redistribuisce l’informazione a favore della gente in nome e per cui viene prodotta, amministrata, e nascosta. E questo è un gesto rivoluzionario se accompagnato da una seria riflessione sulla natura dell’informazione e su come la produzione e diffusione cooperativa di informazioni possa colmare il gap che divide il mondo in information-rich e information poor.
Assange è un ladro? No, perchè non ruba informazioni ma protegge chi gliele dà. Col suo sito, Wikileaks, Assange si propone come un intermediario dell’informazione, non troppo dissimile da un’agenzia di stampa internazionale, ma pubblicando quello che per opportunità e interesse quelle agenzie non pubblicano, di fatto trasforma notizie e informazioni in armi non convenzionali per colpire il cuore e le menti delle persone, cioè di quella che fu definita la seconda potenza mondiale del nostro tempo: l’opinione pubblica. Assange è lo spin doctor di un qualche potere globale? Gli somiglia. Ha comportamenti non dissimili dagli esperti di una war room elettorale che creano narrazioni e mitologie intorno a un candidato politico facendone un simbolo, un alfiere, un portavoce del popolo. Solo che stavolta il simbolo è lui stesso.
Assange non ha fatto niente di diverso da quello che fanno i gatekeeper dell’informazione o lo staff di un candidato presidente di un paese come gli Usa. Non ha fatto niente di diverso da un broker di Wall Street che lascia trapelare alcune notizie e non altre, le tiene in cassaforte fino a che il corso della borsa non sia favorevole, e non ha fatto niente di diverso dall’intelligence di un esercito che le tiene nascoste per acquisire una superiorità strategica nei confronti dell’avversario.

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